La violenza contro le donne è anche psicologica. Segnali e pericoli da non sottovalutare

 
Al Csk di Busto Arsizio l’incontro dal titolo “La situazione reale sulla violenza alle donne, gli aspetti legali per la difesa personale”, con forze dell’ordine e avvocati
 

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«Vado io a parlare con i professori di nostro figlio: tu ci fai fare brutte figure». Quando un uomo riversa alla moglie o alla compagna simili parole, la donna deve stare attenta. È uno di quei campanelli d’allarme che le fanno credere che lei rischia di screditare la famiglia, che di lei non ci si può fidare, che lei è incapace di crescere un figlio, insomma che lei non vale niente. In una parola: violenza psicologica.

Se n’è parlato ieri sera al Csk in occasione dell’incontro “Karate donna 2022”, il primo dei due appuntamenti organizzati dalla società di Busto Arsizio con il patrocinio del Comune. La serata ha sviscerato “La situazione reale sulla violenza alle donne, gli aspetti legali per la difesa personale”, ma i riflettori si sono puntati in particolare sulla violenza psicologica, quella meno appariscente, ma tanto pericolosa.

«Si tratta di una violazione dei diritti umani e può avere degli effetti devastanti – ha detto l’avvocato Katia Marcolongo – Può portare a complicazioni nei rapporti sociali, interpersonali, depressione, ansia, attacchi di panico». Il primo step è l’aumento della tensione in un rapporto di coppia, si passa alla violenza verbale, al pentimento, alla riconciliazione e alla colpevolizzazione della vittima. Insomma una violenza sottile, meno evidente di quella fisica. «Sono parole che inducono una sofferenza interiore – ha precisato Beatrice Corsini del commissariato di Busto Arsizio – donne umiliate dinanzi ai figli e tanto altro. Non vanno trascurate anche le violenze fisiche e quelle economiche: queste ultime generano una dipendenza tanto che la donna fatica a svincolarsi dall’uomo maltrattante». 

Si è parlato anche di violenza assistita, che va a colpire i figli che si trovano ad assistere a scene di violenza domestica. «Resta fondamentale la sinergia con le istituzioni – ha rimarcato Corsini – con altre forze dell’ordine, servizi sociali e soprattutto le scuole che negli ultimi periodi ci stanno dando una mano notevole».

La pensa così anche l’altro rappresentante del commissariato che ieri completava il parterre, Vincenzo Salzano, che ha spiegato come tutelare la vittima e come sporgere denuncia e querela. «La vittima presenta un’istanza, racconta i fatti, le forze dell’ordine raccolgono le prime prove che vengono presentate al questore. La tutela della vittima? Comunicazione immediata alla procura competente, braccialetto elettronico, accesso al patrocinio di assistenza legale e anche arresto in flagranza di reato».

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Leonor Hormigo Corchero, avvocato civilista e penalista che ha parlato dell’inasprimento delle pene dopo la riforma del codice rosso del 2019.

Infine non poteva mancare un accenno allo spray al peperoncino: «È legale se possiede determinate caratteristiche – ha chiarito Marcolongo – È un’arma di difesa non di offesa e dev’essere usato se è in corso un’aggressione. Importante poi fuggire immediatamente per evitare effetti di ritorno». La situazione della violenza alle donne sul territorio? «Difficile stabilirlo – hanno precisato i rappresentanti del commissariato – In media calcoliamo un’uscita della volante al giorno per liti in famiglia. Durante la pandemia si è verificato un incremento».

 

Incontro violenza sulle donne - 22-03-2022